Blog de Francesco Zaratti

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È indiscutibile che la Bolivia ha perso diversi treni dello sviluppo industriale del litio dalle saline. Questo colpevole ritardo è dovuto a due motivi: il dilettantismo dei responsabili della conduzione di questo processo nel governo di Evo Morales e le camicie di forza della Costituzione e delle leggi minerarie e YLB. I governi del partito di governo stanno imparando a proprie spese che la fiducia e la certezza del diritto sono essenziali per attrarre investimenti. Con l’attuale governo c’è stato un tentativo di cambiare le cose, correggendo errori e crimini precedenti, ma sembra che la disperazione e l’ideologia secca non siano buoni consiglieri.

Il contratto per Yacimientos de Litio Bolivianos (YLB) con la società russa Uranium One Group (UOG) ha meritato un’analisi precisa da parte della Fondazione Milenio  e le osservazioni appropriate di esperti del settore delle miniere che consiglio di leggere.

Nell’ambito di tali analisi, ciò che il contratto tra YLB e UOG persegue è, in sintesi:

  1. Che YLB acquisisca un impianto di Estrazione Diretta del Litio (EDL) da 9.000 tonnellate (fase I e II, le uniche che possono essere eseguite con certezza).
  2. Che UOG lo finanzi (~700 milioni di dollari), lo costruisca e consegni la sua proprietà a YLB entro 18 mesi (stimato fino a luglio 2026) e poi, tramite un altro contratto, continui a gestirlo per 20 anni; un servizio remunerato da YLB.
  3. Che l’investimento e le spese operative di UOG siano pagate da YLB con la produzione dell’impianto.

Una lettura superficiale dei contratti rivela più dubbi che certezze: quello per UOG è per l’Associazione Accidentale, mentre quello per il consorzio cinese è, come ci si aspetterebbe, per i servizi. La differenza che trovo è che, se ci fossero profitti, nel primo caso il 51% sarebbe distribuito a YLB e il 49% a UOG. Ma quali profitti possono esserci per la costruzione e la consegna di un impianto industriale nei 18 mesi di esistenza dell’Associazione Accidentale?

Inoltre, ci saranno profitti ad un certo punto? I prezzi attuali e futuri del carbonato di litio (Li2CO3) non raggiungono i 20.000 dollari per tonnellata ($/ton), ma il contratto con l’UOG stima prezzi superiori a 30.000 $/ton.

Evidentemente, l’obiettivo di UOG non è quello di trarre profitto dall’investimento, ma di garantire la fornitura a Russia del prodotto dell’impianto, attraverso il quale YLB ripagherà tutti i costi del progetto. Se il prezzo del Li2CO3 scende, UOG riceverà più tonnellate di prodotto e, se dovesse aumentare, recupererebbe il suo investimento più rapidamente. Insomma, UOG non perde mai, a differenza di YLB che pagherà anche tasse e royalties dalla produzione che riceverà formalmente.

Le questioni ambientali sono critiche: i 350 m3/ora di acqua saranno estratti da pozzi la cui velocità di ricarica non è stata ancora quantificata, il che condizionerà i permessi ambientali e sociali; l’energia elettrica (35 MW tra solare e idroelettrico) sarà fornita da ENDE, ma non si dice da dove; i rifiuti chimici dell’impianto non sono stati quantificati, né è stata pianificata la loro gestione.

Infine, non è indicata la destinazione dei sottoprodotti del processo EDL (potassio, boro, sodio, magnesio, tra gli altri), né si avvera il sogno propagandato dell'”industrializzazione dell’energia del futuro”, attraverso catodi e batterie.

“La gatta frettolosa partorisce gattini ciechi”, diceva la mia saggia nonna. I contratti sul litio meritano un’analisi dettagliata e una migliore socializzazione e non è opportuno che vengano firmati da un governo già in via di uscita, con più pena che gloria.

Insomma, il contratto YLB-UOG è un tentativo tardivo della Bolivia di entrare nel business del litio cedendo la produzione alla Russia, in cambio della costruzione e della gestione di un impianto EDL, senza garantire i profitti di YLB o la partecipazione alla catena di valore del litio.

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