Blog de Francesco Zaratti

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Babilonia, 522 a.C.: Il re persiano Dario affronta una rivolta guidata da un erede presunto di Nabonides, l’ultimo monarca di Babilonia.  Non si sa se ci siano stati blocchi stradali, auto attentati o scioperi della fame “fino alle ultime conseguenze”, ma ci fu una battaglia in cui il potente esercito persiano sconfisse i ribelli e catturò il suo leader, che ci si aspettava fosse punito in modo degno di un principe.

Tuttavia, quando furono fatte le indagini, si scoprì che il capo dei ribelli, lungi dall’essere chi diceva di essere, era un comune armeno di nome Arakha, così che gli fu imposta la punizione più crudele dell’antichità: l’impalamento.

Secondo Tom Holland nel suo libro ” Dominion: The Making of Western Mind “, la ragione di questa crudele esecuzione non era perché si fosse ribellato contro il monarca persiano, ma perché aveva mentito. Infatti, la Menzogna era considerata tra i persiani il crimine più grande, un vero e proprio attentato all’ordine umano (in quanto distruggeva la fiducia riposta nella parola) e all’ordine cosmico del sommo dio Ahura Mazda. Holland riporta anche il consiglio che Dario il Grande lasciò ai suoi successori: “State in guardia contro la menzogna. All’uomo che segue la menzogna… puniscilo bene”.

La cultura persiana non è l’unica in cui la Menzogna è severamente condannata, sotto il concetto più ampio di calunnia e falsa testimonianza. Ad esempio, nella cultura giudaico-cristiana l’ottavo comandamento si scaglia contro quel peccato, per andare contro Dio che è la Verità. Chi non conosce il capitolo 13 di Daniel, dove viene raccontata la storia di Susanna, dei vecchi giudici e del giovane e perspicace Daniel? Per aver mentito e calunniato, quei pervertiti finirono lapidati a morte, invece della casta Susana.

Anche nelle culture preispaniche la Menzogna veniva condannata. Basta ricordare i comandamenti quechua: ama sua, ama llulla, ama quella (non essere un ladro, o un bugiardo, o un pigro). A loro si è aggiunto recentemente un comandamento originale della politica boliviana: ama llunku, non essere lusinghiero. Infatti, se qualcosa è proibito o condannato, è perché è una pratica comune.

Oggi subiamo il bombardamento di bufale sulle reti, senza che ci sia alcuna punizione per i loro autori che di solito si nascondono dietro l’anonimato. Non suggerisco di impalarli, ma non è nemmeno giusto che ci sia un’impunità assoluta. Ecco perché sono emerse istituzioni meritorie che cercano di smascherare le bufale più maldestre: che lavoro, quando si tratta di Donald Trump o dei fanatici progressisti!

Nelle “Bolivie” di oggi la Menzogna è diventata pane comune nella vita politica. Tutti mentono (direbbe il dottor Gregory House), ma alcuni lo fanno compulsivamente e sapendo che stanno ingannando l’intero universo. YPFB e tutte le istituzioni pubbliche mentono, i ministri mentono, gli avvocati mentono. Tutti mentono. Un ex ministro, che si infiamma facilmente mentre vomita aggettivi insolenti, ha coniato il termine “Mafia della Menzogna” per diffamare i giornalisti critici, che sono stati regolarmente perseguitati e molestati obbligandoli a chiudere i media di opposizione. Altri media, che erano “in vendita”, furono sottomessi. Parafrasando il comico Robert Orben, quel ex-ministro, conosciuto come “33 camion” per uno scandalo del contrabbando, non è un bugiardo, ma è uno che vive dall’altra parte dei fatti.

Tra tutti i bugiardi di queste terre, spicca il campione della Menzogna, un impostore compulsivo, la cui lingua sciolta di solito tradisce le sue menzogne. Ha sparato o non ha sparato? Sa esprimersi bene o no in spagnolo? Ha avuto o non ha avuto figli con adolescenti? Il suo titolo di “leader degli umili” gli è stato assegnato da una giuria di bugiardi?

Quel produttore di coca dovrebbe adottare il detto del poeta Antonio Machado: “Aiutami a capire quello che dico e lo esprimerò meglio“.

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2 risposte

  1. W l’Impero Persiano…. Per quanto riguarda l’oggi non bastano tutti gli alberi Dell, Amazonia per i pali necessari… 😁😁😁😁😱

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